Mutuo Inpdap usufrutto: quali sono i vantaggi? L’idea di impiegare l’usufrutto sulla prima casa può rappresentare una scelta vantaggiosa. Cerchiamo però di capire quando e a quali condizioni. Partiamo dalla nozione di usufrutto dal punto di vista normativo. L’usufrutto è un diritto reale minore che interessa la fruizione di un bene, che lascia al padrone d’origine la nuda proprietà.
L’usufrutto fa riferimento, in termini normativi, agli articoli 978 e seguenti del Codice Civile. Il proprietario è chiamato a definire una destinazione economica che l’usufruttuario non potrà modificare. Deve inoltre fronteggiare le spese che riguardano la manutenzione straordinario e può impiegare liberamente la nuda proprietà, ossia il possesso del bene.
L’usufruttuario, invece, deve usare l’immobile con grande cura. Dovrà sostenere le utenze, pagare l’IMU e altri far fronte agli altri oneri ordinari. Per quanto attiene l’usufrutto della prima abitazione, non è prevista la perdita di potenziali agevolazioni fiscali.
L’usufrutto correla tipicamente parenti nell’impiego di un bene, ma abbiamo anche che fare con un legame che ha pochi riferimenti concretamente legislativi. Insieme a diritti e doveri che abbiamo presentato, l’unico altro aspetto rilevante è la durata. Questa può essere definita oppure valere fino alla morte dell’usufruttuario (qualora si tratti di una persona giuridica, il limite è 30 anni).
Una situazione curiosa è quella in cui il proprietario vende la sua prima casa e vi rimane come usufruttuario. Abbiamo il vantaggio di vendere un bene, o meglio la sua nuda proprietà pur restando in casa, conseguendo una liquidità immediata.