Mutui boom 2015: aumentano le erogazioni dell’86%
Dal primo gennaio a 31 agosto 2015 le erogazioni di mutui sono aumentate dell’86,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un risultato frutto dell’incontro tra domanda e offerta, che piano piano si stanno riavvicinando. Le famiglie hanno un po’ più fiducia sul futuro e le banche, dopo la caduta dei tassi sui titoli di Stato, cominciano a riconsiderare il “prodotto mutui”.
Ma quali sono le soluzioni adottate dalle banche per aumentare i volumi? Tendenzialmente le tecniche messe in pratica sono due:
- ridurre gli spread, ovvero il ricarico applicato dalla banca al tasso di base e attraverso il quale definisce il proprio ricavo.
- Applicare condizioni più competitive per portare via clienti alla concorrenza attraverso la surrogazione del mutuo.
Leve su cui gli istituti di credito stanno spingendo in maniera importante: spread più convenienti rispetto allo scorso anno e boom di mutui surroga. Stando ai dati dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, si stima infatti che circa un terzo del totale del mercato mutui sia costituito da surroghe.
Mutui boom: le surroghe rappresentano un terzo del mercato
Si tratta di soluzioni particolarmente convenienti poiché consentono di trasferire il finanziamento dalla banca originaria a un altro istituto di credito, che si fa carico del debito residuo. In questo modo il beneficiario ha la possibilità di modificare le condizioni di rimborso del finanziamento: dal tasso di interesse alla durata del piano di ammortamento.
La surroga inoltre è completamente gratuita per il richiedente. Le spese sono completamente a carico della nuova banca, inclusi gli oneri notarili. Fattori che giustificano il grande successo riscosso da questa tipologia di finanziamento.
Ma questo non è tutto. Il 26 ottobre 2015, 18 istituti di credito hanno deciso di ridurre ulteriormente gli spread applicati al mutuo. Condizioni che consentono di stipulare un mutuo ventennale a tasso fisso con un importo di 140 mila euro con un Tan fisso del 2,2%.
Mutui boom ottobre 2015: le migliori condizioni di mercato
Trattandosi di un finanziamento a tasso fisso, il tan (tasso annuo nominale) corrisponde alla somma tra lo spread e il tasso interbancario Eurirs di periodo, che per 20 anni è pari all’1,4%. Ciò significa che nella migliore delle ipotesi, la banca applicherà uno spread di circa lo 0,8%. Lo spread medio però è dell’1,3%.
Per il tasso variabile invece lo spread migliore è pari all’1, 3%, ma in media siamo all’1,5%. Un bel passo in avanti rispetto al 2014, quando gli spread medi erano appena sopra il 2%.
Appare chiaro che la scelta di ridurre gli spread indica una volontà di aumentare le erogazioni. Per contro però le banche sono diventate molto più selettive rispetto agli anni scorsi. Quasi tutti gli istituti che hanno ridotto gli spread (fa eccezione solo Banca Carige) applicano il criterio del “pricing differenziato”, applicando spread diversi in base alla rischiosità del prestito.