Penali sui mutui: surroghe a rischio?

Penali mutui: l’Europa chiede il ripristino

Il mantra “ce lo chiede l’Europa” è simbolo di sacrifici e di amare medicine. Rare volte le direttive europee si sono rivelate un toccasana, almeno nel breve periodo, per i singoli Stati Membri. Questa volta, però, il diktat potrebbe risultare fatale, almeno per quanto riguarda il mercato dei mutui.

Uno degli scopi dell’Unione Europea è uniformare il Vecchio Continente dal punto di vista normativo, soprattutto in materia finanziaria. Permangono infatti profonde differenze nel sistema del credito. L’Italia, da un certo punto di vista, si trova in una posizione più favorevole rispetto ad altri Paesi. A differenza di altre nazioni, infatti, l’istituto della surroga è stato oggetto di liberalizzazione. Ciò significa che le penali sui mutui non esistono più. Sono state infatti abolite dall’allora ministro Pierluigi Bersani. Una mossa, questa, che ha salvato il mercato italiano del credito quando rischiava di crollare, e che ha favorito la diffusione delle surroghe. Tutto ciò, adesso, dovrebbe finire.

Cosa ci chiede l’Europa? Il testo è sibillino come al solito, ma il succo è semplice: i paesi dell’Unione Europea devono ripristinare, laddove è stata abolita, la possibilità per le banche di imporre un indennizzo in caso di cessione anticipata.

 

Se le cose dovessero andare secondo i piani dell’Ue, in Italia riapparirebbero come per magia le penali, con il rischio di soffocare un mercato, quello delle surroghe, che per tanti anni ha portato avanti “la carretta”, soprattutto nei momenti più difficili, e ancora oggi rappresenta per i cittadini uno strumento di risparmio (nel passaggio la rata spesso si alleggerisce).

Surroghe mutui: a marzo la verità

Fortunatamente, il circuito del potere in Europa è molto più frammentato di quanto si possa pensare ed è ricco di ostacoli. Non è un caso che il Continente sia ancora molto disomogeneo al suo interno, nonostante gli sforzi degli organismi comunitari. In buona sostanza, esistono molti metodi per rispettare solo a metà o disattendere del tutto le direttive. E’ proprio questa la speranza di coloro che credono nella formula della surroga e nella sua importanza per il sistema creditizio italiano.

La data da tenere d’occhio è il 21 marzo 2016. Entro quel giorno, l’Italia dovrà aver recepito la direttiva. In che modo, è ancora tutto da vedere. Per sapere “come” resta da vedere che atteggiamento il Governo assumerà in questa situazione, poiché tutto dipenderà dall’intenzione o meno di difendere l’istituto della surroga.

La chiave è proprio l’ambiguità del testo della direttiva, che parla infatti di “poter prevedere misure di indennizzo”. Due verbi, “potere” e “prevedere”, che non indicano certo una soluzione ineluttabile. L’ideale sarebbe concedere la possibilità delle banche di applicare una penale, ma ponendo alla stessa un tetto così basso da non incidere minimamente sulla mobilità dei finanziamenti.

 

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