Nuovo presidente Inps: cosa cambierà?

Nuovo presidente Inps, Renzi dichiara “nessun cambiamento”

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha comunicato che il Governo non interverrà più sulle vecchie riforme relative al sistema previdenziale italiano, inclusa la riforma Fornero, alla quale sono stati apportati importanti cambiamenti con la legge di stabilità 2015.

Renzi ha infatti ribadito ieri, 29 dicembre 2014, durante la conferenza stampa di fine anno, che la nomina di Tito Boeri a presidente dell'Inps non definirà alcun cambiamento nel programma di Governo. Sempre a detta del Premier, Boeri dovrà però cambiare la governance dell'Istituto previdenziale.

Quali le preposte del nuovo presidente Inps?

Prima della nomina a presidente Boeri aveva già avanzato una proposta di taglio alle pensioni calcolate con il metodo retributivo. L'intervento pubblicato su lavoce.info, giornale online di cui Boeri è redattore, prevede un “contributo di equità” basato sulla differenza tra pensioni percepite e contributi versati.

Una manovra che permetterebbe allo Stato di incassare oltre quattro miliardi di euro. Il contributo di equità dovrebbe essere applicato, sempre secondo Boeri, a tutte quelle pensioni che superano la soglia dei 2 mila euro lordi.

Boeri nuovo presidente Inps 2014 pubblica un articolo sul taglio alle pensioni

 

Tra le tesi portate avanti da Boeri troviamo anche la questione delle rendite d’oro, sulle quali il neo presidente ha dichiarato in passato di essere favorevole alla messa a punto di un principio di equità distributiva e intergenerazionale.

Soluzione che per le pensioni d'oro sarebbe applicata su quella parte di prestazione non giustificabile alla luce dei contributi versati. In altre parole si andrebbe a calcolare la differenza fra la pensione effettivamente maturata, con il sistema contributivo, e quella percepita.

Sarebbe quindi necessario ricalcolare tutte le prestazioni previdenziali liquidate negli anni passati con il metodo di calcolo contributivo, che mette in rapporto diretto i contributi versati con l’assegno mensile percepito. In questo modo sarebbe possibile individuare le pensioni per le quali non vi sia una diretta corrispondenza tra versamenti e assegno e, a queste, applicare dei tagli.

Sempre su La Voce, Boeri aveva anche simulato gli effetti dell’operazione, che riguarderebbe circa 1,7 milioni di lavoratori, di cui 850 mila di ex-dipendenti privati, 770 mila pensionati del settore pubblico, e 100 mila autonomi.

Il taglio verrebbe inoltre applicato in modo progressivo: il 20% in meno per le pensioni tra 2 mila e 3 mila euro, meno 30% per quelle con importo compreso tra 3 e 5 mila e meno 50% per quelle che superano i 5 mila. Si stima che tale manovra potrebbe portare alle casse dello Stato circa 4,2 miliardi di euro.

 

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