Quando si accende un mutuo è necessario considerare la convenienza del tasso e avere le idee chiare sulla legalità dell’interesse applicato. A tal proposito è importante informarsi su come riconoscere i mutui usurari.
I riferimenti normativi: ecco cosa sapere
Quando si parla di mutui usurari è necessario chiarire le idee facendo riferimento al principale testo normativo in merito, ossia la legge 108/96, che vieta il superamento della soglia fissata annualmente dalla Banca d’Italia come limite per il tasso anti usura.
Fondamentale è specificare che questo testo legislativo, per quanto importante, ha solo stabilito delle linee generali e dato inizio a una serie consistente di modifiche relative soprattutto alle modalità di calcolo del tasso anti usura.
Mutuo usurario sentenza 350/2013: cosa dice di preciso?
Tra i numerosi cambiamenti che hanno interessato le modalità di calcolo dei mutui usurari è possibile ricordare la sentenza 350/2013 della Corte di Cassazione. Sulla base di questo pronunciamento, sono sempre di più le persone che tendono a considerare come usurari quei mutui caratterizzati da una somma tra gli interessi corrispettivi e gli interessi di mora superiore al tasso soglia di usura.
Questo ha avuto come principale conseguenza il sollevarsi di numerose contestazioni relative alle procedure di esecuzione in occasione di mancati pagamenti delle rate del mutuo.
Secondo diversi pareri tecnici si tratta di un approccio sbagliato, dal momento che l’illegalità scatterebbe unicamente in caso di tasso di mora superiore alla soglia anti usura.
Come valutare se ci si trova in presenza di un mutuo usurario?
Per capire se ci si trova davanti a mutui usurari è necessario considerare come riferimento la maggiorazione da sommare al tasso corrispettivo. A tal proposito è bene ricordare che non bisogna agire sommando l’intero tasso di mora, ma soltanto la parte di interesse che ne permette il calcolo.
Per capire meglio il tutto facciamo un esempio, ipotizzando un tasso fissato al 4,5%, con una maggiorazione prevista in caso di mora corrispondente a tre punti percentuali. La situazione di illegalità sarebbe in questo caso da associare a un tasso superiore alla soglia anti usura nel caso dell’interesse iniziale e del tasso di mora.
Se la somma tra i due valori supera la soglia anti usura non si è in presenza di un mutuo usurario.
Le sentenze della Cassazione
Per quanto riguarda i mutui usurari e la sentenza 350/2013 è possibile ricordare che nel corso degli anni sono state prese come riferimento anche altre sentenze, con l’obiettivo di sostenere la tesi espressa nella 350.
Tra i testi presi in considerazione è possibile ricordare la sentenza 29 del 25 febbraio 2002, che indica come mutui usurari i piani in cui l’interesse moratorio risulta superiore al tasso soglia di usura previsto dalla Banca d’Italia, questo senza però specificare la necessità di sommare l’interesse moratorio al tasso corrispettivo.