Separazioni coniugali: le spese
Il matrimonio è in crisi, questa è una verità. Il numero dei divorzi è aumentato nel corso degli anni (anche se negli ultimissimi tempi si è stabilizzato). La tendenza dei coniugi italiani a divorziare però non indica che questa sia un’operazione semplice o immediata, soprattutto se non è consensuale. In questo caso, infatti, l’iter giudiziario è lungo e, nota piuttosto dolente, le spese legate possono essere molto alte.
Nel migliore dei casi, ossia quando marito e moglie scelgono di separarsi con procedura consensuale, si parla di cifre che possono andare dai 1.600 ai 3.200 euro. In caso di divorzio giudiziale, invece, i costi possono arrivare fino a 13.200 euro. Un aumento dovuto non solo alla durata della procedura giudiziale, superiore a quella del divorzio consensuale per il quale basta un’udienza, ma anche ai relativi oneri.
Per venire incontro a chi desidera divorziare ma non ha la liquidità necessaria per far fronte alle spese, alcuni istituti di credito hanno creato degli specifici prodotti finanziari che consentono di sostenere le spese per il divorzio e rimborsare la somma ottenuta in comode rate. È dunque a disposizione del contribuente una sorta di mutuo separazioni coniugali.
Mutuo divorzio: le offerte disponibili
In verità non esistono mutui o prestiti specificatamente dedicati alla questione. Gli istituti non hanno inserito nelle proprie offerte prodotti finanziari ad hoc per le spese di divorzio. Alcune particolari offerte, però, fanno bene le veci del mutuo separazioni coniugali.
Una forma particolarmente adatta è il prestito personale, soprattutto con la cessione del quinto. La tipologia “prestito personale”, infatti, identifica prestiti da importi ridotti, che consentono di far fronte a delle spese piuttosto che a degli investimenti (come possono essere gli acquisti di immobili).
La formula della cessione del quinto, inoltre, rappresenta un’alternativa pratica e veloce. Le rate non vengono pagate fisicamente: l’importo di ciascuna mensilità è detratto dallo stipendio del richiedente. In questo modo hanno accesso al credito anche protestati o un “cattivi pagatori”, ossia soggetti che hanno avuto problemi nel rimborso di precedenti linee di credito, e che in condizioni normali non potrebbero accedere ad alcun finanziamento.
In genere, un prestito di una decina di migliaia di euro prevede un periodo di ammortamento molto comodo, di sei o più anni (fino a un massimo di 120 mensilità), e una rata che può corrispondere anche a 200 euro al mese.
Particolarmente indicato risulta in Piccolo Prestito Inps, che consente di ricevere liquidità in misura proporzionale al periodo di ammortamento. Se il periodo consiste in un anno, allora l’importo finanziato sarà pari a una mensilità. Se invece il periodo consiste in due anni, l’importo finanziato sarà pari a due mensilità e così via. Il tasso di interesse è solo del 4,25%. C’è un “ma”: il richiedente deve essere un dipendente pubblico o un pensionato pubblico.
Un altro prestito personale vantaggioso è quello offerto da Poste Italiane. Il Prestito Banco Posta Online offre un minimo di 1.500 euro e un massimo di 30.000 euro. È dedicato ai correntisti di Poste Italiane e prevede un periodo di ammortamento variabile da un anno a sette anni.