Mutuo tasso fisso o variabile: cosa scegliere nel 2015

Mutuo tasso fisso o variabile 2015: la scelta del prodotto migliore

È il momento giusto per sottoscrivere un mutuo prima casa: costo degli immobili in calo e interessi sui mutui ridotti ai minimi storici, merito anche delle nuove politiche monetarie intraprese dalla Banca Centrale Europea (con specifico riferimento al Quantitative easing). Ma come scegliere il prodotto più conveniente? Meglio il mutuo tasso fisso o variabile?

Il mercato mutui offre tassi fissi che variano da poco meno del 3% al 3,4%, mentre il variabile varia dall’1,5% al 2% (in questo caso risulta pertinente solo lo spread dato che l’indice Euribor è pressoché zero).

Il tasso variabile è infatti composto dall’indice Euribor, che costituisce la media dei tassi applicati dai principali istituti bancari, e dallo spread, ossia il costo applicato dalle banche per la concessione della linea di credito.

Mutuo prima casa: il tasso di interesse

La scelta del tasso di interesse dipende da una previsione del mercato mutui nei prossimi anni. Purtroppo l’unica certezza è che non vi sono certezze, non è possibile sapere con sicurezza quale sia la decisione si rivelerà la migliore. Ciò non significa che la selezione del prodotto più conveniente sia un processo irrazionale, passiamo quindi in rassegna le strategie da adottare.

 

La Banca Centrale Europea ha garantito la conservazione dei tassi ai minimi ancora a lungo, ciò farebbe propendere verso il tasso variabile. Per qualche anno si ha così un risparmio e poi, qualora i tassi dovessero aumentare eccessivamente, è comunque possibile operare la rinegoziazione o la surroga, passando dal variabile al fisso.

D’altro canto il tasso fisso ha raggiunto livelli di assoluta convenienza, quindi non costituisce una scelta sbagliata se non si vuole seguire il mercato mutui e si è definita con la banca una rata sostenibile nel lungo periodo.

Mutui prima casa: dalla surroga alla rinegoziazione

Al di là del tasso adottato, il consumatore deve sempre tenere presente che non è impossibile passare dal fisso e variabile e viceversa. Da questo punto di vista sono tre le soluzioni:

  • rinegoziazione, processo che avviene con la stessa banca che ha accordato il finanziamento e prevede la modifica di tasso e durata;
  • surroga: trasferimento del mutuo presso un nuovo istituto bancario che presenta condizioni ritenute più vantaggiose (modifica di tasso e durata, mentre il debito residuo rimane lo stesso). Non implica alcun costo per mutuatario;
  • sostituzione: chiusura e apertura di un nuovo mutuo. Il cliente può ridefinire la somma, il tasso e la durata, ma deve far fronte ai costi associati all’attivazione di una nuova linea di credito.

È necessario infine tenere presente che la stragrande maggioranza dei mutui prevede un piano di ammortamento alla francese. La quota interessi sostenuta all’inizio è più elevata, mentre si riduce negli anni, anche se cresce la quota capitale. Un tasso contenuto all’avvio del mutuo è un vantaggio da non sottovalutare.

 

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