Condizioni dei prestiti Inps per dipendenti statali: ecco quanto si ottiene

Come orientarsi nell’offerta ex Inpdap

La ricerca di un prodotto adatto alle prime necessità passa dalla valutazione di tante variabili, anzitutto le proprie capacità di rimborso. L’occupazione è il fattore determinante per stabilire qual è il finanziamento migliore. I dipendenti pubblici possono sfruttare le opportunità dei prestiti Inps per dipendenti statali. Vediamone le caratteristiche e i vantaggi.

prestiti Inps per dipendenti statali si articolano in varie proposte, le cui caratteristiche cambiano in misura radicale a seconda delle esigenze del richiedente. Si parte del Piccolo prestito fino ad arrivare ai mutui per acquisto casa, che permettono di conseguire sino a 300 mila euro.

Il piccolo prestito

Cominciamo la nostra rassegna sui prestiti Inps per dipendenti statali partendo proprio dal Piccolo prestito. Si tratta di un finanziamento che permette di conseguire liquidità senza dover motivare o documentare la finalità della richiesta. In sostanza si può ottenere credito da spendere liberamente per sostenere piccoli o grandi imprevisti.

Il piccolo prestito è destinato a dipendenti e pensionati pubblici afferenti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. Le somme sono da porre in relazione allo stipendio del beneficiario, si parte da un minimo di una mensilità alle otto. Il processo di rimborso invece va da 12 a 48 mesi.

Per quanto attiene il tasso di interesse, è applicato il 4,25%, cui vanno comunque aggiunti oneri di amministrazione (0,50%) e premio fondo rischi.

Se le esigenze sono economicamente più importanti è possibile scegliere, nell'ambito dei prestiti Inps per dipendenti statali, il Prestito pluriennale diretto. I beneficiari restano i dipendenti e i pensionati pubblici afferenti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali.

Caratteristiche dei prestiti pluriennali per statali

La richiesta di finanziamento va presentata a fronte di esigenze documentate, che fanno parte delle eventualità contemplate dal regolamento Inps. Il processo di rimborso è quinquennale oppure decennale (60 o 120 rate mensili), mentre la rata non può eccedere un quinto dell’assegno mensile netto.

La somma finanziabile invece varia a seconda della ragione per cui si richiede il finanziamento, in base a quanto stabilito dal Regolamento Prestiti Inps. Per fare un esempio, quanti desiderano acquistare un’auto possono ottenere un prestito quinquennale con importo massimo pari a 20 mila euro.

 

I tassi di interesse sono più convenienti rispetto al Piccolo prestito. È applicato infatti il 3,50%, anche se vanno considerati oneri amministrazione (0,50%) e premio fondo rischi.

La domanda prestiti Inps per dipendenti statali deve essere presentata online, utilizzando l’apposito modulo di richiesta, che può essere scaricato direttamente dal sito ufficiale dell’Inps. L’invio vero e proprio deve avvenire tramite l’amministrazione di appartenenza, se il richiedente è un dipendente pubblico, online se pensionato.

Il mutuo Inpdap a tasso agevolato

Il mutuo Inps ex Inpdap è invece una proposta pensata per chi intende acquistare, costruire o ristrutturare casa. Ma si può conseguire credito anche per la costruzione di un box o posto auto.

I beneficiari sono gli iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali. La domanda può essere inoltrata da pensionati e dipendenti che dispongono di un contratto di lavoro a tempo indeterminato.

Le somme accordate variano a seconda della finalità del prodotto. Per acquisto o costruzione, il beneficiario può ricevere fino a 300 mila euro. In caso di ristrutturazione, la soglia è 150 mila euro (nel rispetto del limite del 40% del valore dell’immobile). Chi intende costruzione un box o posto auto può ricevere fino a 75 mila euro.

In ogni caso il piano di ammortamento può estendersi per: 10, 15, 20, 25 o 30 anni. Fanno eccezione solo i mutui richiesti da soggetti che al momento della presentazione della domanda hanno già compiuto 65 anni. In questo caso infatti la durata massima richiedibile è fissata a 15 anni.

Il tasso d’interesse

Il tasso di interesse fisso è pari al 2,95%, mentre il tasso variabile corrisponde all'Euribor a 6 mesi maggiorato di 200 punti base. Ricordiamo inoltre che il nuovo Regolamento Mutui Inps, approvato il 24 luglio 2015, ha introdotto la possibilità per i mutuatari di richiedere la variazione del tasso.

È quindi possibile passare dal tasso fisso al variabile, o viceversa. Tuttavia questa è una soluzione accessibile una sola volta nel corso del piano di ammortamento del mutuo e a condizione che siano trascorsi almeno due anni dal perfezionamento del contratto di finanziamento.

 

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