Pagamento mutuo: se si eroga in ritardo
Può capitare anche ai clienti più scrupolosi di non pagare una rata del mutuo con la massima puntualità e persino di farlo con abbondante ritardo. Nei casi più lievi, l’emergenza rientra presto: è sufficiente recuperare il debito accumulato. Ciò non toglie che il versamento in ritardo possa provocare conseguenze più o meno gravi. Ecco quali sono, a seconda dell’entità del ritardo.
- La mora. E’ questa la conseguenza più frequente che è costretto ad affrontare chi si macchia di ritardo pagamento mutuo. Chi intende recuperare può farlo in qualsiasi momento, ma deve pagare una sorta di penale, che si concretizza proprio nella mora. In genere, questa consiste in un aumento della rata di due o quattro punti percentuali. Niente di trascendentale. Il problema è che la mora scatta molto presto, al 31esimo giorno di ritardo.
- La risoluzione del mutuo. La banca, o l’istituto di credito che ha erogato il finanziamento, può richiedere la risoluzione del mutuo in modo unilaterale, con ingenti conseguenze per il debitore. Questo può accadere quando il finanziato si è macchiato del ritardo pagamento mutuo per sette volte, anche non consecutive. “Una volta” corrisponde a 30 giorni di ritardo. In linea teorica, dunque, si può subire la risoluzione unilaterale anche se il ritardo coinvolge una sola rata ma copre un lasso di tempo di 210 giorni.
- L’iscrizione nel registro dei cattivi pagatori. E’ molto facile diventare un cattivo pagatore, ed è anche molto rischioso: se escludiamo alcune forme particolari di prestito, l’accesso al credito diventa molto difficile. Ad ogni modo, sono sufficienti due mesi di ritardo per comparire nella famosa lista nera. Il cittadino può richiedere in ogni momento informazioni sul suo conto, e sapere quindi se il suo nome compare nel registro.
Mutuo: l’iscrizione al registro dei cattivi pagatori
Gli istituti di credito usufruiscono di una banca data sui debitori e, in generale, su chiunque abbia chiesto e ottenuto un finanziamento. E’ uno strumento fondamentale per impedire il sovra-indebitamento ed ridurre il rischio insolvenza. Questa banca dati, che prende il nome di SIC (Sistema Informatico Creditizio), contiene ad esempio i nomi dei cattivi pagatori, ossia di coloro che hanno dimostrato la loro inaffidabilità ritardando il pagamento delle rate o non pagandole del tutto.
L’iscrizione nelle cosiddette liste nere rappresenta un evento negativo per chi vuole chiedere un prestito. Le alternative, a questo punto, sono due: o dimostrare che il proprio nome è stato apposto per errore (ma è molto difficile), aspettare tre anni (al termine dei quali avviene la cancellazione), richiedere forme di prestito sui generis, come possono essere la cessione del quinto o il prestito delega.