Tasso di usura di mutui e prestiti: come riconoscerlo?

Tasso di usura di mutui e prestiti: come riconoscerlo? In un frangente di pensate crisi economica diverse persone sono costrette a disporre di liquidità in tempi brevi. Le soluzioni, da questo punto di vista, sono numerose e vanno dalla cessione del quinto alla richiesta, riservata ai dipendenti pubblici, di prestiti Inpdap.

Saper selezionare il prestiti più vantaggioso non è affatto un’operazione semplice. Il rischio principale è costruito dall’usura bancaria, una delle tematiche venute alla ribalta negli ultimi anni. Con il termine usura bancaria intendiamo l’applicazione di tassi di interessi effettivi che superano i limiti stabiliti dalla legge sull’usura.

Allo scadere di ogni trimestre la Banca d’Italia rende noti i tassi medi delle operazioni di finanziamento che interessano la definizione del tasso d’usura. I tassi medi aumentati della metà costituiscono il tasso massimo oltre il quale si determina il reato di usura. Superato il livello di usura, la legge prevede che il suddetto tasso sia considerato non valido e quindi al finanziamento è applicato il tasso minimo dei Bot annuali.

Tasso di usura di mutui e prestiti: i dati del primo trimestre 2014. Passiamo in rassegna i valori che riguardano il primo trimestre 2014:

 

-       per i mutui ipotecari a tasso variabile il parametro è l’8,7625%

-       nel caso dei mutui ipotecari a tasso fisso il tasso è del 10,3875%

-       per gli acquisti reteali è del 19,3250%

-       per il credito revolving delle carte di credito 24,99%.

 

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