Azionisti Veneto Banca: dopo la Sentenza evitare il rischio di “svendita”
Il Tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva cautelare della circolare di Bankitalia. Istanza che, se fosse stata accettata, avrebbe sospeso i regolamenti relativi alle norme della riforma delle popolari varata dal Governo Renzi.
In particolare la misura avrebbe modificato aspetti chiave quali la limitazione del diritto di recesso ai soci contrari alla trasformazione in Spa e il divieto di costituire una holding cooperativa come controllante di un istituto. L’ostacolo però è stato superato.
Intanto i soci di Veneto Banca si sono organizzati formando l’associazione “Per Veneto Banca”, che vale all’incirca l’8% del capitale della popolare (proprietà di circa 200 soci).
L’associazione azionisti Veneto Banca sta mettendo a punto un patto parasociale, per far valere le proprie richieste. Lo scorso 14 novembre a Padova si sono trovati un’ottantina di soci. “Siamo in una fase avanzata di consultazione per coagulare le quote dei soci in un patto di sindacato, che dovrebbe unire una ventina di azionisti” ha spiegato Diego Carraro, presidente di “Per Veneto Banca”.
Stando a quanto dichiarato dallo stesso Carraro, l’obiettivo dell’associazione è aiutare Veneto Banca a uscire da questa situazione ed evitare che venga “svenduta”.
I principali azionisti Veneto Banca siglano un patto sul 5% del capitale sociale
I 20 azionisti Veneto Banca che dovrebbero dar vita al patto rappresentano, ai numeri attuali, il 5% del capitale sociale dell’istituto. In caso di aumento di capitale, gli associati sarebbero disposti ad aderire, al fine di mantenere la quota complessiva di capitale nella banca e non erodere il “peso” dell’associazione.
Una decisione che è stata definita dai rappresentati della formazione una scelta di correttezza e trasparenza formale in vista dell’assemblea fissata per il 19 dicembre .
Quanti aderiranno al patto avranno l’obbligo di consultarsi prima di ogni decisione. Lo scambio di informazioni non sarà però vincolante per il voto individuale, lasciando agli azionisti libertà di espressione.
In ogni caso sembra escluso un voto contrario alla trasformazione della banca in società per azioni. I contrasti tra azionisti e management potrebbero invece accendersi per la questione della quotazione in Piazza Affari.
Scelta che l’associazione ha già definito prematura. Stando a quanto dichiarato dal presidente Carraio nei mesi scorsi, infatti, se la banca venisse quotata in Borsa troppo presto si potrebbe andare incontro a una perdita di valore.