Tassi di interesse negativi: cosa sono e come incidono sui mutui

Alla fine del mese di gennaio, per effetto di un provvedimento della Banca del Giappone, la questione dei tassi di interesse negativi è finita al centro dell’attenzione mondiale. Vediamo di cosa si parla quando si discute di tassi d’interesse negativi e cosa c’è dietro a questa scelta.

Tassi d’interesse: una definizione generale

Per capire cosa sono i tassi di interesse negativi è utile partire dalle basi, ossia dalla definizione generale di tasso d’interesse. Quando parliamo di tasso d’interesse inquadriamo il guadagno che un soggetto che presta denaro ricava dall’operazione. A livello concreto significa che un prestito di 1.000€ con un tasso del 3% annuo comporta per il soggetto creditore un capitale di 1.030€.

Se il tasso d’interesse risulta negativo manca il guadagno? La risposta è affermativa. Se si applica un tasso pari al -0,1% sui depositi, in caso di una giacenza di 1.000€ dopo un anno il capitale risulterebbe pari a 999€.

Tassi negativi: le conseguenze della decisione della Banca del Giappone

Quando si parla di tassi di interesse negativi e della decisione presa dalla Banca del Giappone alla fine del mese di gennaio è necessario inquadrare le possibili conseguenze, che riguardano in particolare i tassi sui depositi (ricordiamo intanto che il provvedimento della Banca del Giappone è stato preceduto dalla medesima decisione presa dalle banche centrali di Svizzera, Danimarca e Svezia).

A livello concreto la questione dei tassi negativi riguarda prima di tutto le banche commerciali, che versano alle banche centrali un interesse sul denaro che depositano presso di esse.

 

L’applicazione di tassi d’interesse negativi è un processo normale? No, si tratta di un approccio non convenzionale alla politica monetaria, che ha però uno scopo specifico, ossia la riduzione della deflazione.

Perché vengono applicati?

Perché sono stati applicati tassi di interesse negativi? Per combattere il fenomeno della deflazione, ossia il processo che vede la diminuzione dei prezzi di beni e servizi. La deflazione costituisce uno status quo apparentemente positivo per i consumatori ma negativo sul lungo termine, dal momento che congela i consumi - i consumatori rimandano gli acquisti - costringendo chi vende ad abbassare sempre di più i prezzi a fronte di ricavi poco consistenti.

Come è possibile legare questa situazione al nodo dei tassi di interesse negativi?

Tassi di interesse negativi e deflazione: il legame

Il legame tra deflazione e tassi di interesse negativi riguarda come già specificato la necessità di combattere il fenomeno della deflazione e della bassa inflazione. In che modo? Spingendo all’utilizzo del denaro e agli investimenti sul mercato, che possono concretizzarsi nella creazione di imprese o in investimenti riguardanti azioni od obbligazioni.

In questo modo si evita di lasciare il denaro nei depositi bancari, anche grazie alla spinta del tasso negativo che non permette di avvalersi di un aumento del capitale, ma anzi mette in primo piano una richiesta di pagamento per le somme lasciate presso gli istituti di credito.

 

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