Inps requisiti per andare in pensione anticipatamente

Inps requisiti per andare in pensione in forma anticipata: quali sono le novità con la Riforma in corso?

La riforma delle pensioni è giunta al Senato, che si dovrà esprimere sulle novità introdotte in legge di Stabilità alla Camera. Le contribuenti sono in attesa di chiarimenti in merito alla cosiddetta “opzione donna”. Il problema è sapere se vi sarà una conferma o meno. In caso di esito positivo andrebbero incontro all’accesso alla pensione a 57 anni, sebbene con un assegno ridotto.

Inseguito agli effetti prodotti dalla cosiddetta Riforma Fornero, che hanno interessato tanti italiani, due emendamenti che sono entrati a far parte della Legge di Stabilità 2015 andrebbero a modificare il profilo normativo inerente alle pensioni.

In un caso abbiamo la definizione di tetti alla pensione d’oro dei manager pubblici, nel rispetto con gli stipendi che avevano subito il medesimo destino durante la scorsa primavera. Nell’altro, ovvero nel secondo emendamento, è stata introdotta l’opportunità di ritirarsi dal lavoro prima del 62 anni a fronte di un’anzianità di servizio sufficiente, senza alcuna penalizzazione.

Inps requisiti per andare in pensione: quali sono i requisiti necessari per accedere alla pensione anticipata?

Quali sono i nuovi requisiti? I requisiti per conseguire al trattamento, in base al nuovo regime, saranno:

  • gli uomini andranno in pensione con 42 anni e 6 mesi di contributi
  • le donne andranno in pensione con e 41 e 6 mesi di contributi.
 

Per andare in pensione con le nuove regole sarà essenziale farlo entro il mese di dicembre del 2017. In questa situazione, già di per sé complicata, interviene anche il bisogno di risolvere la questione “opzione donna” per il 2015.

L’Inps ha dichiarato il suo interesse a conservare l’opzione donna, sebbene vi sia una riduzione nell’entità dell’assegno che potrebbe essere prodotto dal computo secondo il metodo contributivo. In modo particolare la riduzione dell’assegno previdenziale dovrebbe corrispondere a una media del 15%.

All’interno della riforma trova spazio anche la cosiddetta “busta arancione”. Si tratta di un intervento atteso da circa un ventennio, ma l’ente previdenziale sembra adesso deciso a rendere fruibile a tutti i contribuenti il documento mediante il quale il contribuente è capace di sapere quanto potrà percepire il contribuente come futura pensione.

Al momento si tratta comunque di un intervento condotto in forma sperimentale su 10mila contribuenti. Dal prossimo anno sarà ampliata la platea di soggetti coinvolti.

 

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