Saranno i mutui a tasso variabile con cap i protagonisti del 2017?

Quale tipo di mutuo stipulare nel 2017? Quale tasso di interesse risulta più conveniente? Di solito le alternative sono i classici fisso e variabile, ma si stanno facendo strada anche i mutui a tasso variabile con cap. Perché rappresenterebbe un’opzione conveniente? Scopriamolo alla luce degli andamenti del mercato 2017.

Mutuo a tasso fisso o variabile? Perché scegliere variabile con CAP nel 2017

Fino a questo momento il pubblico dei mutuatari italiani ha preferito le proposte a tasso fisso. Eppure sembra prossimo un importante cambio di registro.

A determinarlo potrebbe essere in misura rilevante la ridefinizione del costo del danaro da parte della Federal Reserve statunitense. Questo fenomeno potrebbe indurre un incremento dell’Eurirs, indice che costituisce l’elemento nevralgico per la stipula di un mutuo a tasso fisso.

Dai dati emersi in un recente report Tecnocasa, oltre il 60% dei mutui stipulati sono pertieniti l’opzione a tasso fisso, a fronte di un 20% dei mutuatari che ha scelto il variabile. Sarebbero tuttavia in crescita i mutui a tasso variabile con cap.

Come funziona questo genere di prodotti? Si tratta di mutui caratterizzati da un tasso variabile contraddistinto però da una soglia massima che l’interesse non può eccedere.

 

I mutui a tasso variabile con cap sarebbero protagonisti di un incremento di poco meno del 4% nella seconda metà del 2015 e di oltre il 14% negli ultimi sei mesi dello scorso anno.

Le previsioni del mercato mutui per i prossimi anni

Gli analisti del mercato prevedono un Euribor, ossia l’indice che interessa le proposte a tasso variabile, segnato da un trend negativo nei prossimi due anni. Non solo. Fino al 2024 sembrerebbe attestarsi comunque al di sotto dell’1%.

Scegliere quindi mutui a tasso variabile non costituirebbe un azzardo quanto meno per piani di rimborso non troppo estesi.

Sono comunque da considerare diversi elementi che potrebbero incidere nel lungo periodo. C’è chi prevede un incremento dell’inflazione e quindi un aumento del costo del danaro. Ciò indurrebbe una crescita dell’Euribor e diverrebbe per questa ragione poco vantaggiosa l’opzione a tasso variabile. Ma il cap serve anche a questo, a limitare i rischi anche in uno scenario sfavorevole.

Importi e durate

Il mercato mutui 2017 continua a crescere. Nel mese di gennaio è stato rilevato dai report CRIF un incremento dell’1,8% a confronto con lo stesso mese dello scorso anno. Il mutuo medio è legato a una richiesta di 121.194 euro, a fronte di durata inclusa tra i 16 e i 20 anni. È questa la fascia preferita dal 23% del mutuatari.

 

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