Mutuo Inpdap estinzione parziale: come funziona?
Il debitore ha la possibilità di procedere con l’estinzione, parziale o totale, della linea di credito attivata. Quest’opportunità è assicurata dal Testo Unico Bancario (articolo 40, comma 1) ed è quindi presente in ogni contratto di mutuo fondiario.
Può capitare che alcuni istituti di credito prevedano un limite temporale di 18 mesi dall’avvio del mutuo prima dei quali non è concessa alcuna estinzione. Anche se riportato sul contratto, questo vincolo resto molto discutibile, perché contrastante con le disposizioni normative citate in precedenza.
La banca può inserire a livello contrattuale un periodo temporale di vincolo per non correre il rischio che il finanziamento sia estinto prima del 18° mese e perda quindi la qualifica di “fondiario”. Dizione che porta a dei vantaggi economici per l’ente erogatore.
In alcune circostanze il rimborso anticipato è soggetto a una “penale di estinzione”, ovvero una commissione di spesa che è fornita alla banca.
Estinzione parziale anticipata mutuo Inpdap
Vediamo le caratteristiche dell’estinzione parziale. In questo caso il capitale che è stato versato anticipatamente sarà dedotto dal debito residuo del mutuo. La banca non può quindi richiedere alcun interesse su quella quota, per l’intera durata rimanente del mutuo.
Facciamo un esempio concreto per comprendere meglio le caratteristiche del mutuo Inpdap estinzione parziale. Immaginiamo di impiegare 5.000 euro per estinguere il capitale residuo di 32.000 euro, con un rimborso basato su una rata da 500 euro. Dato che la quota estinta corrisponde al 15,62%, resta in essere l’84,38% di debito.
La rata verrà quindi ricomputata sulla scorta di tale proporzione: 500 euro, rata di partenza, x 84,38% (ovvero quota di debito mantenuta) e avremo quindi una nuova rata da 421,90 euro.